Prima delle norme, prima della formazione e prima ancora dei controlli, la tutela dell’ambiente e della salute dei lavoratori e delle lavoratrici è un fatto culturale. Lo sostengono molti addetti ai lavori e ne sono convinti i tanti attivisti che da anni si impegnano per una maggiore sostenibilità del mondo industriale. I fatti e i dati in Italia ci dicono però che siamo ancora molto lontani dall’obbiettivo di fare della sostenibilità il principio fondamentale su cui costruire l’intera attività imprenditoriale. Proprio mentre sto scrivendo questo primo editoriale mi è giunta la notizia dell’ennesima morte sul lavoro; e leggendo i report periodici dell’INAIL si scopre che ogni anno perdono la vita sul lavoro più di mille persone (1.156 denunce d’infortunio con esito mortale nel 2019, 677 morti sul lavoro nel 2021 al 31 luglio). Anche sul fronte ambientale molti passi avanti devono essere fatti: ad esempio la gestione dei rifiuti speciali nel nostro Paese presenta molte criticità e nei mesi scorsi numerosi impianti di stoccaggio, che non sapevano dove destinare i tanti (troppi) rifiuti prodotti dalle aziende, hanno preso fuoco per cause non sempre chiare. E non dimentichiamo i danni economici e sociali – oltre che ecologici – causati dal cambiamento climatico e quindi dalle troppe emissioni di CO2 rilasciate quotidianamente dalle nostre attività.
Ma un trend positivo e che riaccende le speranze viene dall’analisi del numero di aziende in Italia che nel corso degli ultimi anni si sono impegnate in progetti di Responsabilità Sociale d’Impresa. Dai report pubblicati dall’Osservatorio Socialis si evince che sempre più aziende stanno investendo in vari settori della sostenibilità con importanti ritorni economici e d’immagine. Inoltre, sempre più realtà produttive hanno accettato la sfida dettata dai 17 obbiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e hanno implementato sistemi di gestione, certificati, fondamentali per il loro raggiungimento.
Dalla volontà di dare un contributo concreto a queste tematiche, comunicandole in maniera autorevole e affiancando le aziende a far propri i principi dello sviluppo sostenibile, nasce l’Osservatorio HSE (Health, Safety and Environment) che si pone l’obbiettivo primario di diffondere la cultura della tutela dell’ambiente e della salute dei lavoratori e delle lavoratrici. Nasce per ricordare l’importanza dei diritti umani e della responsabilità sociale che ogni realtà produttiva ha nei confronti dei cittadini e del proprio Paese.
Ci impegniamo fin da subito a trattare con rigore scientifico tutti i temi analizzati, convinti che la scienza è fondamentale per raggiungere molti degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, e, pertanto, per garantire un futuro sostenibile.
Questo nuovo progetto si baserà sulla collaborazione di professionisti che da anni si impegnano con passione su queste tematiche. Forniremo analisi e dossier, momenti di formazione e approfondimento, consulenze personalizzate per adempiere alle normative di settore, risolvere eventuali problematiche o per perseguire un miglioramento continuo. Ci impegniamo ad aiutare le aziende ad intraprendere la strada della sostenibilità e a comunicare correttamente i risultati ottenuti, convinti che solo così l’intera società potrà guardare con ottimismo il proprio futuro e quello delle prossime generazioni.
Andrea Merusi
Osservatorio HSE